Un giardiniere in meno di 2 anni fonda in Italia una fra le più importanti case sementiere del mondo.
Il giardiniere Francesco Bulleri, nato a Livorno il 13 marzo 1869, all'età di 29 anni, viene assegnato, nel 1898, dai Wenner, industriali della filatura e tessitura del cotone, ai giardini delle loro ville a Scafati e Salerno.
Francesco amava solo i fiori e le donne, tutti i fiori e tutte le donne, anche quelli e quelle degli altri. Per il primo amore, i fiori, era apprezzato da chi aveva le ville sul lungomare di Livorno, per il secondo amore era dagli stessi malvisto, tanto che il suo incarico a Scafati, alla Villa dei Wenner, altro non fù che un allontanamento. Era sposato da 10 anni con Ergilda Moscatelli di Dovadola di 10 anni più vecchia di lui ma della quale era follemente innamorato anche perchè portava in grembo suo figlio.
Livorno è una bellissima città di mare ma, per chi ama i fiori, ha due grossi problemi, il libeccio e lo scirocco. Contro questi Francesco aveva lottato per proteggere le sue colorate e fragili creature ma con poco successo, era sì bravo ed apprezzato ma voleva di più.
Conosceva Napoli e l'Agro Nocerino-Sarnese e sapeva che in queste terre libeccio e lo scirocco erano molto più deboli che a Livorno. E la terra era magnifica.
Considerando l'allontanamento da Livorno una opportunità per far crescere meglio figlio e fiori accettò di buon grado il trasferimento alla villa Wenner di Scafati dove lo aspettava una serra con ben 50 orchidee.
Umberto I Re d'Italia il 2 luglio 1900 viene assassinato a Monza.
Il 9 agosto viene celebrato il funerale religioso a Roma e la sua salma tumulata nel Pantheon accanto a quella del padre.
Dal momento della morte fino al funerale giunse, per la salma del Re, sia a Monza che a Roma, una grande quantità e varietà di fiori inviati anche da altri Paesi. Ma sia per la temperatura estiva e sia per le lunghe percorrenze la maggior parte di questi erano, o dopo poco lo diventavano, avvizziti, mosci, poco vivaci. Fra tutte solo una corona di fiori però presentava fiori freschie vivaci, profumati e con spendidi colori e risaltava su tutte le altre. Questa era stata inviata dal Prefetto di Scafati che l'aveva commissionata al giardiniere dei Wenner, Francesco Bulleri.
Francesco era stato investito di grande responsabilità, all'epoca i trasporti erano lenti e disagevoli, non c'erano le celle frigo e quanto altro adatto al trsporto di fiori. Il suo amore per i fiori non gli avrebbe permesso di mandare dei fiori che sarebbero ben presto appassiti. Con l'aiuto del Sindaco incaricò degli "scugnizzi" di trovargli una gran quantità di muschio. Fece realizzare delle leggere strutture in legno su cui fissò il muschio e su questo inserì i gambi dei fiori. Era nata la "corona funebre moderna". Durante il trasporto gli incaricati avrebbero dovuto bagnare solo il muschio e non i fiori.
Questa corona funubre ebbe tanto successo che il nome del realizzatore si diffuse fra tutti i presenti e sopra tutto fra gli "addetti" del settore. Molti vollero conoscere il segreto della corona ed il suo ideatore così che in pochi mesi il nome di Francesco Bulleri divenne famoso.
In poco tempo questi fece stampare pubblicità sulla sua ditta fino alla realizzazione del primo "Catalogo Generale" del 1900 cui seguirono edizioni fino al 1939.
Già dai primi anni ci furono numerose visite, anche da altre Nazioni, alla scoperta di questa nuova ditta che rivoluzionava il tranquillo mondo agricolo. La genetica iniziava a diffondersi nelle produzioni e con nuovi incroci, specie nei fiori, si potevano ottenere colori e sfumature sorprendenti.
Gli ottimi risultati economici permisero a Francesco Bulleri di perfezionare le produzioni sementiere, di ideare un nuovo stabilimento per la lavorazione con la tecnica a "cascata", di selezionare le varietà ortive più diffuse all'epoca ottenendo sementi di qualità sempre più rispondenti alle necessità della nuova agricoltura.
Ben presto le vendite superarono i confini nazionali principalmente verso l'Inghilterra, l'America, la Germania.
Particolare attenzione il giardiniere la rivolse alla cura dell'immagine della neonata ditta, oggi si direbbe al marketing, utilizzando cartoline postali per comunicare ai Clienti la conferma dell'ordine e poi la fatturazione.
L'attenzione e la cura dei dettagli, la gentilezza e la continua informazione dello stato dell'ordine e della spedizione, all'epoca erano delle novità molto apprezzate da tutta la clientela, sia quella raffinata degli amanti dei fiori e sia quella dei Contadini.
L'ufficio postale interno allo stabilimento era attrezzato e curato con attenzione maniacale.
Francesco Bulleri fù tra i primi in Italia ad applicare la metodologia scientifica nel settore per la selezione di sementi, con con le sue cultivars ‘Elette’, conquistò in breve tempo la stima della più importante clientela europea ed extraeuropea, tra cui i Giardini del Vaticano, S.M. Re di Bulgaria, S.M. Re Fuad d’Egitto, importanti società.
Nel 1906 la Regina Madre, Margherita di Savoia, insignì il suo Stabilimento del Brevetto 201, come fornitore ufficiale della Real Casa.
Nel 1930 il fatturato della ditta (Relazione IRI 1935) presentava incassi per 2.246.000 LIRE così suddiviso per paese:
Germania 312.000 – Inghilterra 257.000 – Olanda 191.000 – Francia 193.000 – Svizzera 114.000 – U.S.A. 366.000 – Sud Africa 125.000 e poi Portogallo, Grecia, Svezia, Spagna, Austri, Belgio, Ungheria, Danimarca, Australia, India, Argentina, Canadà, Brasile, Uruguay, Messico, Egitto, Giava e Finlandia.
Italia 209.000 lire con circa 8.000 clienti fra rivenditori e coltivatori.
Le case sementiere italiane, sempre dalla relazione IRI del 1935, sono la Sgaravatti di Padova e la Ingegnoli di Milano, la Bulleri e qualche altra di scarsa importanza.
Nel 1930 la direzione della ditta passa ai figli di Francesco, Giuseppe che si interessa del settore orticolo e Paolo di quello floreale.